PRERAFFAELLITI, le migliori gallerie d’arte in cui trovarli

Quando si parla di arte preraffaellita ci si riferisce a quella corrente artistica, ancora  oggi poco nota in Italia, sviluppatasi in Inghilterra nell’epoca vittoriana. Di fatto, nel nostro paese non è possibile ammirare i capolavori preraffaelliti, se non in occasione di qualche mostra temporanea, come quella del 2011 alla GNAM di Roma o quella allestita nel 2014 a Palazzo Chiablese a Torino. 

                                                                         La Belle Dame Sans Merci, Frank Dicksee, ca.1901 (Bristol)

Il nome rimanda alla volontà di tornare alla pittura precedente a quella di Raffaello, considerato l’apripista dell’arte accademica. Questo gruppo di artisti, riunitisi nel 1848 nella Confraternita dei Preraffaelliti (Pre-Raphaelite Brotherhood), intendeva esaltare al contrario uno stile di vita nostalgico, mitico e sognante capace di fondere bellezza, vita e arte, scardinando i modelli vittoriani correnti e l’accademismo, appunto, della Royal Academy.

Le principali gallerie d’arte in cui ammirare i loro capolavori si trovano perciò tutte in Inghilterra. Qui di seguito trovate la mia personale selezione delle migliori gallerie d’arte i cui trovare i preraffaelliti.

BIRMINGHAM

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                                                                                            Birmingham Museum & Art Gallery

Al Birmingham Museum & Art Gallery c’è un pezzo del mio cuore e non posso quindi non consigliarvi di visitarlo. Qui troverete la più ricca collezione pubblica al mondo di capolavori preraffaelliti, nonché il più grande acquerello del XIX sec. ovvero La stella di Betlemme di sir Edward Burne-Jones, originario per l’appunto di Birmingham e tra i più rappresentativi della seconda generazione di preraffaelliti.

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                                   Hall, BMAG

In questa galleria sono raccolte opere di Arthur Hughes e di John Everett Millais, come The Blind Girl, un vero compendio di simbologia preraffaellita, ma soprattutto The Last of England di Ford Madox Brown. Questo suggestivo olio su tela ha come tema centrale l’emigrazione di uomini e donne della classe media, soprattutto verso l’Australia, che nel Regno Unito raggiunse i suoi livelli più alti proprio mentre l’artista dipingeva il quadro. L’opera era accompagnata da un breve componimento, così come il dipinto Work, dello stesso autore, conservato a Manchester.

Il Museo ospita inoltre alcune sale che ripercorrono la storia della città, una specifica sezione dedicata al movimento delle suffragette, sale con opere dell’antico Egitto, dell’antica Roma e Grecia.

Per un tour completo dell’arte preraffaellita a Birmingham, non dimenticate di visitare la St Philip’s Cathedral, le cui vetrate sono state realizzate proprio dalla mano di Edward Burne-Jones e nelle quali è evidente l’influenza dell’amico William Morris, fondatore del movimento delle Arts and Crafts.

BRISTOL

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The Fisherman and the Siren, Frederic Leighton,1858

Delle quattro gallerie proposte, la Bristol Museum & Art Gallery è forse la meno interessante pittoricamente ma è davvero molto particolare. Come tanti altri musei del Regno Unito, c’è un po’ di tutto: una sezione di storia naturale, geologia, Egittologia, ceramiche e una variopinta pinacoteca. Resta per questo per me tra le cose da non perdere a Bristol.

Raggiunto il secondo piano, ci ritroviamo immersi in una sala dalle pareti di colore blu acceso, dove sono accolte alcune opere che, anche se non propriamente preraffaellite, presentano tutte le caratteristiche del gruppo. Una tra queste è La Belle Dame Sans Merci di Frank Dicksee, pittore londinese presidente della Royal Academy, oppure The Fisherman and the Siren, del raffinato Frederic Leighton.

Tipicamente preraffaelita è “The Garden Court” di E. Burne-Jones, in copertina. L’opera ritrae delle tessitrici addormentate sui telai ed è tratta dalle serie di quattro pannelli del Briar Rose. Per ogni scena William Morris compose alcuni versi.

LIVERPOOL

Non solo Beatles, vi avevo avvertito! La Walker Art Gallery, nel cosiddetto “Quartiere Culturale” di Liverpool ospita infatti, in un imponente edificio neoclassico, una delle più vaste collezioni mondiali di Preraffaelliti.

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                                                                                                                             Walker Art Gallery, Liverpool

Principe della collezione non può che essere Dante Gabriel Rossetti, pittore famoso per gli eleganti e sensuali ritratti di donna che mostrano la caratteristica estetica preraffaellita: figure femminili eteree, dalle chiome folte e rossastre, dalla bellezza inquieta e conturbante. Ed ecco allora la dantesca Beata Beatrix, colta in nel momento della trasfigurazione spirituale, o Persefone col melograno in mano, della quale possediamo varie versioni (Londra, Birmingham). Tra gli altri artisti presenti nella galleria William Holman Hunt, tra i fondatori del movimento, e James Campbell.

MANCHESTER

La Manchester Art Gallery non sarà forse la principale attrattiva della città per chi la vede solo come una della capitali sacre del calcio, ma per tutti gli altri resta una tappa imperdibile! Qui è esposta una delle opere simbolo del movimento preraffaellita, considerata anche tra le principali di Ford Madox Brown, ovvero Work. Se ne possiedono due versioni: una più ridotta, conservata al Birmingham Museum di cui vi parlavo sopra, e una di dimensioni maggiori proprio a Manchester.

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                                                                                                 Work, Ford Madox Brown (olio su tela, 1865)

Il tema del lavoro, specie quello manuale, era di vitale importanza per i Preraffaelliti, ed è esemplificato nel quadro dalle figure poste al centro della tela. Sul lato destro troviamo invece gli intellettuali e sul lato sinistro una strana figura, un misterioso venditore di erbe. Madox Brown ci conduce nella Londra vittoriana, uno spaccato vivissimo della società inglese a metà Ottocento. E mentre illustra la visione morale del lavoro tipica del mondo anglosassone, rende omaggio ai reali costruttori dell’Inghilterra moderna, quei lavoratori anonimi che occupano il cuore della composizione.

È un dipinto radicale visivamente e politicamente e una delle chiavi di lettura dell’opera – portata a termine dopo ben 11 anni di lavoro! – è di certo quella satirica. L’artista mette in scena infatti una parodia del sistema sociale inglese attraverso i cani che popolano la tela: un working-class dog contrapposto a un cane borghese in primo piano, un cane randagio poco sopra, di cui si può immaginare siano proprietari i bambini orfani al centro del quadro. E infine un cane da caccia, animale tipicamente aristocratico, quasi sullo sfondo e al vertice della struttura piramidale in cui si organizza lo spazio.

 

 

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