Ogni anno, quando l’autunno arriva dirompente, carico di malinconia e di rimpianti per tutti i buoni propositi che avremmo voluto mettere in pratica da settembre, ma che immancabilmente abbiamo abbandonato, trovare un rifugio in cui rilassarsi ed evadere dalla monotona quotidianità può essere vitale. Io ho scoperto che la Toscana rappresenta per me questo porto sicuro. E stavolta ho deciso di perdermi nella provincia di Grosseto, più precisamente nella “Gerusalemme toscana”.

In modo del tutto casuale (forse inconscio), per spezzare la lunga maratona che va dalle vacanze estive a Natale, tra ottobre e novembre mi ritrovo sempre a organizzare una fuga nella regione dei sommi poeti e del buon vino. In questa occasione è toccato a Pitigliano, un borgo scavato nel tufo, di rara pace e bellezza. Si tratta di una destinazione ideale per un soggiorno breve, magari di coppia, in cui però non mancano le cose da fare e da vedere… senza stress!



Un unico avvertimento: Pitigliano è un paese che oserei definire “social media free”. Ovunque infatti il segnale cellulare è praticamente assente. Il che ne fa un valido alleato per disintossicarsi dalla vita di tutti i giorni!
Passeggiare su Via Roma
È il cuore del borgo, un’arteria che attraversa Pitigliano da Piazza della Repubblica a Piazza San Gregorio VII su cui si affaccia la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Lungo questa stradina tutto è così piccolo e deliziosamente curato da far venir voglia di comprare la qualunque e fermarsi a fare foto ogni due passi. Pullula di empori colorati, negozi di souvenir, laboratori di prodotti artigianali, enoteche, bottegucce e minuscoli alimentari. Per non menzionare poi la tipica architettura medievale che la caratterizza, fatta di portoncini, scalette, archi, vicoletti, finestrelle e viuzze.
È d’obbligo una sosta nell’antica chiesa di San Rocco ma soprattutto camminare senza meta per scoprire scorci nascosti e godere appieno di quell’atmosfera incantata e placida che si respira nel borgo.
Guardare il tramonto da un punto panoramico
Non c’è niente di più romantico e rilassante che ammirare il tramonto su Pitigliano da un bell’affaccio panoramico. Il borgo si può infatti apprezzare in tutto il suo elegante splendore fatto di vuoti e di pieni dal viale alberato di Via San Michele. Parlo di “vuoti e pieni” perché la silhouette di Pitigliano è contraddistinta, da un lato, dal vuoto creato dalle arcate dell’Acquedotto mediceo (2 ampie e 13 strette) e della Fontana delle Sette Cannelle, dall’altro, dal pieno delle abitazioni dai tetti tegolati e della massiccia rocca tufacea su cui si innalza.
Un altro interessante punto panoramico si trova nei pressi della chiesetta della Madonna delle Grazie, lungo la strada regionale 74 maremmana. C’è un piccolo parcheggio a disposizione dove è permesso lasciare il proprio mezzo e da qui poi proseguire.

Visitare la “piccola Gerusalemme”
Pitigliano è un luogo fermamente ancorato al passato e il suo tratto più peculiare è senz’altro il ghetto ebraico, al cui interno è possibile riscoprire la storia dell’antica comunità ebraica pitiglianense, ormai molto molto ristretta. È stato rinominato “la piccola Gerusalemme” e con un unico biglietto di 5€ si ha modo di visitare un gruppo di ambienti del ghetto (cantina, forno delle azzime, macello, bagno rituale), la sinagoga e il cimitero ebraico.






Questo quartiere ci catapulta nel XVI secolo, quando sorse il primo nucleo di case del ghetto e venne edificata la sinagoga. Visitarlo è un’esperienza molto suggestiva che permette sia di apprendere usi, costumi e tradizioni della comunità ebraica, sia di riscoprire un bell’esempio di accoglienza e integrazione che dura da oltre 400 anni.
Assaggiare “lo sfratto” e la cucina kasher
Per completare il viaggio nella storia della comunità ebraica locale non si può non assaggiare la cucina e il vino kasher. Il vero pezzo forte del menù è lo sfratto, un dolce tipico che già dal nome ha tanto da raccontare.
Il nome completo è Sfratto del Goym, ovvero del popolo, e trae origine da un evento accaduto all’inizio del ‘600, quando il duca Cosimo I de Medici decise di riunire tutti gli ebrei di Pitigliano in un unico quartiere, costringendoli a trasferirsi. Le famiglie venivano sfrattate dalle loro case da un inviato ducale che batteva con un bastone sulla porta dell’abitazione. In memoria di quanto accaduto nacque perciò questo lungo biscotto di pasta non lievitata, farcita con miele, noci, scorza d’arancia e noce moscata, oggi divenuto presidio Slow Food.
Comprare libri alternativi nella libreria “Le strade bianche”

In Via Zuccarelli 25, si trova l’esclusiva libreria “Le strade bianche”, unica (è proprio il caso di dirlo) in Italia ad ospitare il catalogo di Stampa Alternativa. La casa editrice ha raggiunto il traguardo del mezzo secolo di attività nel 2020, rinnovandosi di continuo e proponendo sempre libri nuovi, provocatori e rivoluzionari o dedicati a temi spinosi di grande attualità.
Vi consiglio caldamente di farci un salto, anche perché non ne esistono altre di questo genere. Fate incetta di volumi e volumetti in libreria, sono ottimi anche come souvenir… alternativi!
Esplorare i “borghi del tufo”
Meritano una visita altri due borghi a pochi chilometri da Pitigliano, Sorano e Sovana, facenti parte del gruppo dei cosiddetti “borghi del tufo”. La loro particolarità è proprio questa pietra di origine vulcanica con cui vennero edificati in età etrusca, tutti e tre su alture collinari piuttosto scoscese. Peraltro anche a Sorano persistono le tracce di un ghetto ebraico seicentesco, spopolatosi lentamente nel corso del Novecento e definitivamente abbandonato nei primi anni ’90.


Questi paesini si collocano lungo l’antica via delle città etrusche, di cui restano a testimonianza anche le Vie Cave, una rete viaria labirintica che, un tempo, connetteva insediamenti e necropoli, ma che oggi si è trasformata nel paradiso degli amanti del trekking.
Fare un bagno nelle Cascate del Mulino
Dulcis in fundo, le immancabili Cascate del Mulino a Saturnia, ormai arcinote per via delle foto, spesso ritoccatissime, postate sui social. Ciò ha di fatto incrementato l’afflusso di persone in questo angolo di natura selvaggia, ma per ora devo dire che ne vale ancora la pena.

Parliamo di vasche d’acqua sulfurea termale accessibili gratuitamente tutto l’anno. Si possono raggiungere in macchina da Pitigliano in appena 30 minuti e poterci fare il bagno è un’esperienza di puro relax, un vero lusso! Tuttavia è opportuno prendere qualche accorgimento.
Non ci sono infatti cabine dove potersi cambiare o altri servizi (fa eccezione un piccolo ristoro). Cercate quindi di partire con il costume già indossato e di premunirvi di accappatoio: lo sbalzo termico tra fuori e dentro l’acqua (37,5°) può essere notevole.
Per non incorrere nel rischio di impregnare i vestiti dell’odore di zolfo non portate ciò che di meglio avete nel guardaroba. Inoltre cercate di andare negli orari meno frequentati, soprattutto se volete scattare delle foto, e in ultimo portare delle scarpette da scoglio o un momento da sogno rischierà di trasformarsi in un incubo!